La zuppa di cozze è una ricetta davvero deliziosa, ma sapete perché si mangia il giorno del Giovedì Santo? Ecco cosa narra la tradizione.
Quella della zuppa di cozze è certamente la ricetta più gettonata da preparare la sera del Giovedì Santo. Si tratta di un piatto semplice e allo stesso tempo molto gustoso che fa parte sia della nostra tradizione culinaria che di quella religiosa. Sì, perché nella religione Cattolica la zuppa di cozze rappresenta un simbolo ben preciso. Per conoscere meglio la storia di questo piatto, però, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo e, come spesso accade anche per molte altre ricette pasquali, dobbiamo andare in Campania, in particolare a Napoli.
Zuppa di cozze: la cena tradizionale del Giovedì Santo
In realtà, le origini e la tradizione del piatto non sono legate soltanto alla religione Cattolica, ma affondano le proprie radici nella storia. Questo piatto sembra, infatti, essere nato grazie a Ferdinando I di Borbone, conosciuto anche per essere un vero buongustaio. Frate Gregorio Maria Rocco, però, non apprezzava particolarmente gli eccessi culinari del sovrano e, pertanto, gli aveva fatto promettere di non eccedere con il cibo almeno durante la Settimana Santa. Ma Ferdinando I non era di certo pronto a rinunciare ad uno dei suoi alimenti preferiti, le cozze. Così, per aggirare il divieto del Frate, si fece preparare un piatto sempre a base di cozze, ma che fosse allo stesso tempo anche molto semplice. E proprio da allora la zuppa di cozza divenne la ricetta tradizionale da gustare il giorno del Giovedì Santo a Napoli.
Ma cosa rappresenta questo piatto?
Tuttavia come anticipato, oltre alla ragione storica per cui la zuppa di cozze è diventata il piatto tipico del Giovedì Santo prima a Napoli e poi nel resto d’Italia, esiste anche una motivazione religiosa. Sì, perché simbolicamente questa ricetta rappresenta l’ultima cena di Gesù, consumata prima della sua ‘Passione’. Insomma, la zuppa di cozze con il passare del tempo è diventata una vera tradizione del Giovedì Santo che unisce insieme il sacro e il profano e, quindi, la tradizione e la religione. Le due facce della nostra storia.