Fate attenzione a non confondere questo fiore con lo zafferano: può nuocere gravemente alla salute, causando in alcuni casi anche la morte.
Al giorno d’oggi, soprattutto nella cucina moderna, spesso si usano dei prodotti meno usuali per preparare e guarnire i piatti. Tra questi, molto di frequente, vengono utilizzati i fiori eduli. Vale a dire dei fiori commestibili, come possono esserlo quelli di achillea, camomilla, calendula, gelsomino e molti altri ancora. Si trovano comunemente nel reparto della frutta e della verdura del supermercato, contenuti in piccole vaschette trasparenti. In alternativa, possono essere acquistati anche online su diversi siti. In ogni caso, però, la parola d’ordine deve essere sicurezza. Infatti, bisogna sempre essere certi della provenienza dei fiori che decidiamo di usare in cucina, altrimenti si possono correre dei rischi davvero gravissimi per la propria salute. In particolare, bisogna fare molta attenzione a non confondere il fiore di cui stiamo per parlarvi con lo zafferano.
Come abbiamo già detto, non tutti i fiori in cucina sono innocui. Ecco perché bisogna sempre conoscere quelli che si decidono di usare. In particolare, occorre fare molta attenzione a non confondere con lo zafferano dei tipici fiori viola con il pistillo arancio che si possono trovare in montagna. In realtà, questi fiori sono il pericolosissimo colchico d’autunno e contengono la colchicina, una sostanza tossica che può causare anche la morte. Basti pensare che il solo contatto con essi può generare gravi danni alla pelle. Qualora dovessero essere ingeriti possono addirittura provocare bruciore alle mucose, nausea, vomito, coliche, diarrea sanguinolenta e delirio. L’unico rimedio potrebbe essere quello di ricorrere ad una lavanda gastrica, ma non si esclude che nonostante ciò gli effetti tossici della colchicina possano durare nel tempo. Per evitare inconvenienti, come spiegano infatti gli esperti, bisognerebbe sempre ricordare che lo zafferano non si trova in montagna, ma al contrario in Paesi caldi come quelli dell’area mediterranea e dell’Asia minore.
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A conferma di quanto detto finora, negli ultimi giorni è giunta notizia di un 62enne di Pordenone che durante un’escursione in montagna ha appunto scambiato per zafferano il colchico d’autunno. Non accorgendosi dell’inganno, l’uomo ha usato il fiore mortale per cucinare un piatto di pasta ed è poi deceduto poco tempo dopo. Infatti, una volta raggiunta l’intossicazione acuta la morte può avvenire tra le 7 e le 48 ore.
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