Intervista esclusiva a Viola Melania Berti, protagonista della quarta edizione di MasterChef Italia: “Vi svelo quello che ancora non sapete di me”.
Viola Melania Berti, classe 1993, è stata una delle concorrenti della quarta edizione di MasterChef Italia. Ormai giovane chef e proprietaria del Camelot Cafè a Milano, pur rimanendo sempre una persona molto riservata, Viola è oggi riuscita a superare la timidezza, trasformandola in un punto di forza all’interno delle proprie ricette e nell’attenzione con cui ogni giorno ‘si prende cura’ dei clienti del caffè.
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Ciao Viola, grazie per avere accettato di fare con noi questa intervista. Prima di cominciare, non possiamo non farti una domanda che sicuramente ti avranno posto un miliardo di volte. Come è stato per te partecipare a MasterChef Italia? Che ricordo hai a distanza di qualche anno?
Per me è stata sicuramente una grande vetrina, un’opportunità di vita in cui ho potuto mostrare me stessa e la mia passione per la cucina. Molte volte le persone hanno visto la parte fragile di me, ma in realtà io sono anche una persona determinata che affronta la vita guardando sempre avanti al di là delle debolezze. Più che timidezza, la mia è riservatezza: mi piace conservare le emozioni, forse le ‘digerisco’ semplicemente in modo diverso dagli altri.
Qual è stato, invece, il giudice di MasterChef che ha segnato maggiormente il tuo percorso? All’epoca tu avevi ancora i giudici storici del programma: Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich.
Il mio giudice preferito è stato Carlo Cracco. Ho dei bei ricordi di lui. Quando facevamo le prove e lo chef passava tra i fornelli, era sempre disponibile a dispensare consigli. Aveva sempre un occhio di riguardo per noi concorrenti. Anche se poi metteva un po’ di soggezione perché, insomma, non ti capita tutti i giorni di incontrare uno chef stellato! Ad ogni modo però, nonostante la sua notorietà e le sue capacità, è sempre stato una persona disponibile con tutti e allo stesso tempo umile e riservata anche se da casa poteva sembrare il contrario.
Ma ci sveli un aneddoto, un dietro le quinte, qualcosa che magari è sfuggito alle telecamere?
Pur essendo passati diversi anni, conservo ancora dei bellissimi ricordi legati anche ai miei compagni di avventura. Inoltre, ricordo che il primo giudice che ha creduto in me è stato Bastianich, mentre Cracco all’inizio non era convinto per via della mia apparente insicurezza. Un aneddoto divertente però, se così si può dire, riguarda la festa organizzata alla fine del programma a cui hanno partecipato sia i concorrenti che i giudici. In quell’occasione hanno ballato con noi mettendo da parte per un attimo il proprio ruolo.
A proposito dei ricordi più belli hai citato i tuoi compagni di avventura: c’è qualcuno con cui hai mantenuto i rapporti?
Sì, ho rivisto Amelia, Nicolò, Silvana e Federica. Con loro, soprattutto all’inizio, sono nati alcuni progetti tra cui la piattaforma Fuudly con articoli, ricette e pacchetti di video lezioni. Con Amelia mi sento ancora. Qualche tempo fa sono andata a trovarla ad Amalfi e abbiamo girato la città con i nostri rispettivi compagni. È stato bello!
Essendo tu vegetariana, come è stato per te affrontare determinate prove?
Ovviamente quando cucini dovresti assaggiare tutto, ma la maggior parte dei piatti non è vegetariana. Diciamo che MasterChef è un programma studiato per un’alimentazione onnivora. Per me è stato difficile non tanto cucinare le proteine animali da un punto di vista della materia prima, ma più che altro da quello morale. Magari inventassero uno spin-off vegetariano o vegano, sarebbe bellissimo!
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Come è cambiata la tua vita dopo il programma?
In realtà, al di là della crescita personale e professionale, non c’è stato un vero cambiamento. Io ho continuato a vivere la mia vita normalmente. Magari a volte avevo delle collaborazioni con qualche azienda in particolare, ma per il resto ho continuato a gestire l’attività che avevo aperto con mia sorella già prima di MasterChef. Diciamo, però, che a volte ancora oggi entrano in negozio dei fan apposta per me. Ovviamente mi fa piacere, ma allo stesso tempo mi imbarazza anche un po’.
Sei riuscita a realizzare il tuo sogno di scrivere un libro per avvicinare i bambini al cibo sano?
In realtà no, ma mi piacerebbe moltissimo, anche se poi il problema parte in primo luogo dagli adulti. Credo, però, che attraverso la sensibilizzazione delle giovani generazioni si possano fare tantissimi passi in avanti in questo senso. Credo che in qualche modo l’alimentazione possa insegnare il rispetto.
Quali sono le tue ambizioni per il futuro?
Il mio sogno è ancora tutto da costruire, ma mi piacerebbe sicuramente aprire una pasticceria vegana fuori Milano. Magari in un luogo immerso nella natura dove poter essere attiva nel processo produttivo, dedicando anche un po’ di spazio alla didattica e alle attività per i bambini. Visti i tempi, però, bisogna ancora aspettare.
Qual è l’ultimo piatto che hai cucinato?
Ieri ho fatto una vellutata bella arancione fatta con carote, pomodori, peperoni e patate e poi il tofu alle erbe con del riso basmati integrale.
Bene, allora speriamo appena possibile di vederti direttamente all’opera ai fornelli. Possiamo strapparti questa promessa?
Sì, volentieri non vedo l’ora!
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