Se pensi che il vino rosato sia ‘solo per le donne’ ti sbagli di grosso: forse non hai provato quello giusto! Ecco cosa c’è da sapere.
Tra i tanti luoghi comuni sul vino c’è anche quello secondo cui il rosato sia un vino ‘da donne’. Se anche tu sei di questa opinione, sappi che ti sbagli di grosso! Forse, semplicemente, non hai ancora trovato quello che rispecchia al meglio i tuoi gusti. Grazie, quindi, a questa breve guida pratica non solo potrai saperne di più, ma avrai anche modo di conoscere qualche bottiglia che ancora non hai avuto l’occasione di assaggiare.
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Al contrario di quanto si possa pensare, il rosé è un vino dalle origini antichissime. Secondo quanto tramandato, sembra infatti che i primi che selezionarono alcuni specifici vitigni per la produzione di vino rosato furono proprio i Romani. Esso, quindi, non è una banale via di mezzo tra il bianco e il rosso, ma possiede una serie di caratteristiche specifiche che appartengono ad una personalità ben precisa.
In genere, il suo aroma richiama i profumi di fragola, ciliegie, ribes, lampone, mora, melone e arancia rossa. Forse è per questo motivo che tantissime persone, non avendo una conoscenza approfondita di questo vino, pensano che si tratti di un prodotto ‘solo per donne’. In realtà, ci sono moltissime etichette apprezzate tanto da un target femminile quanto maschile.
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I vini rosati secchi sono senza dubbio quelli più diffusi. In particolare, di grande prestigio sono quelli prodotti per esempio in Francia. Tra le denominazioni più importanti possiamo, dunque, citare il Tavel e il Lirac. Anche in Corsica possiamo trovare vini rosati degni di nota. Tra questi vale la pena ricordare quelli ottenuti dalle uve di Nielluccio, Sciaccarello, Grenache e Cinsault. In Italia, invece, la tradizione del rosé affonda le proprie radici in Abruzzo e in Puglia, dove famosissimi sono rispettivamente il Montepulciano d’Abruzzo Cerasuolo e il Negroamaro o il Malvasia Nera. Per chi, infine, predilige i vini della Calabria o della Sicilia suggeriamo nel primo caso il Gaglioppo o il Greco nero e nel secondo il Perricone e il Nerello Mascalese.
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