Sebbene, all’apparenza, sembrino la stessa cosa, c’è una della differenza tra panna fresca e panna da cucina: come conservarle al meglio per evitare gravi errori
Entrambe usate in cucina, c’è tra le due una differenza nella preparazione e nelle percentuali di alcuni ingredienti. Cosa cambia tra panna fresca e panna da cucina e come conservarle al meglio per evitare gravi errori? Oggi cercheremo di capire nel dettaglio quali sono i corretti utilizzi e metodi di conservazione per non rischiare di rovinare il sapore dei nostri piatti!
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Differenze tra la panna fresca e quella da cucina: come conservarle
Ad occhio nudo, ci accorgiamo immediatamente che la panna fresca appare più liquida e spumosa a differenza di quella da cucina, più densa e simile ad un “sugo”. Il motivo sta nelle percentuali di ingredienti, come lipidi, grassi e proteine e nel processo di preparazione e temperature diversi a cui esse vengono sottoposte. La panna fresca si monta facilmente e si trasforma in un composto soffice e spumoso, a differenza di quella da cucina che resta densa e cremosa.
Sebbene entrambe possano essere usate per moltissime preparazioni, c’è una differenza sostanziale tra le due che è la conservazione. La panna da cucina, solitamente, può essere tenuta in un luogo fresco e asciutto, non per forza in frigorifero, e dura a lungo. Può essere consumata entro la data di scadenza riportata e non nell’immediato. Solo una volta aperta occorre conservarla in frigorifero. La panna fresca, invece, dura al massimo un paio di giorni e va tenuta rigorosamente in frigorifero per non rischiare che vada a male. Non dobbiamo, quindi, mai confondere le due tipologie!
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Conoscere il metodo migliore di conservazione ci permetterà di evitare sprechi e rischiare di rovinare il sapore dei nostri piatti!