Vino e tasso alcolico, proposta choc dell’UE: si scatena il putiferio, reazione furiosa della Coldiretti, ormai non si parla d’altro.
La notizia che circola nelle ultime ore non farà certamente felici gli amanti e i ‘puristi’ del vino. Si tratta, infatti, di una novità che, se venisse confermata, cambierebbe sicuramente il gusto di questa bevanda che in tantissime case accompagna i pasti a pranzo e cena. A quanto pare, infatti, il Consiglio dei Ministri Agricoli dell’Unione Europea ha lanciato una proposta che può essere considerata ‘choc’, ovvero quella di abbassare il grado alcolico del vino aggiungendoci l’acqua all’interno. Si tratta di una possibilità che, se confermata, cambierebbe tutti i regolamenti europei finora in vigore, secondo i quali è vietato aggiungere acqua al vino nel processo di produzione. Immediata è arrivata, infatti, la denuncia da parte di Coldiretti, che ha definito questa proposta ‘pericolosa’: ecco i dettagli della vicenda.
La proposta che circola nel Consiglio dei Ministri Agricoli UE sta causando una vera e propria bufera, perché considerata da Coldiretti un affronto ingiusto a questo prodotto tipico del nostro Paese. La proposta, infatti, prevede la vendita di vino dealcolato, ovvero con meno alcol all’interno, o addirittura con l’aggiunta di acqua, per abbassarne il grado alcolico.
Immediata è arrivata la replica di Coldiretti, che ha definito questo documento assolutamente ingiusto, visto che al momento è vietato in Europa produrre vino ‘annacquato’, soprattutto per quanto riguarda i vini a denominazione d’origine, che devono avere un ‘limite alcolometrico minimo’ per poter mantenere appunto la loro denominazione d’origine.
La proposta dell’UE, dunque, sarebbe davvero difficile da applicare, secondo Coldiretti, che lancia anche un altro allarme: “Se passasse questa impostazione”, ha dichiarato il responsabile vitivinicolo della Coldiretti, Domenico Bosco, “si aprirebbero vere e proprie praterie per frodi e contraffazioni. Qualcuno potrebbe acquistare una partita di Chianti Docg o di un qualunque vino a denominazione e poi annacquarlo nel proprio stabilimento, trasformandolo in Chianti deacolato”. Una possibilità che sta facendo, dunque, rabbrividire gli esperti del settore, secondo i quali questi trattamenti andrebbero a compromettere le caratteristiche naturali del vino, facendo un vero e proprio ‘inganno legalizzato’ nei confronti dei consumatori.
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