Acqua potabile, è allarme in Italia: ecco quali sono le sei zone interessate dove sono stati trovati livelli di arsenico e fluoruro superiori ai limiti consentiti.
Negli scorsi giorni la Commissione Europea ha lanciato l’allarme riguardante l’Italia a proposito degli eccessivi livelli di arsenico e fluoruro ritrovati nell’acqua potabile. Due sostanze estremamente pericolose per la salute dell’uomo. In particolare, dei bambini. Sarebbero, di fatto, sei le zone interessate dal fenomeno. Vediamo subito nel dettaglio cosa è successo e dove sono stati effettuati i rilevamenti.
Allarme acqua potabile
A seguito di una serie di avvertimenti risalenti già al 2014 e al 2019, la Commissione Europea ha ritenuto opportuno negli scorsi giorni deferire l’Italia alla Corte di giustizia per il mancato rispetto della direttiva sull’acqua potabile. Con questa normativa, che prende in analisi ben 48 parametri microbiologici e chimici, gli Stati membri dovrebbero infatti garantire che le acque destinate al consumo umano siano in primis salubri e pulite. E, in secondo luogo, prive di microrganismi, parassiti e sostanze potenzialmente pericolose per la salute umana. Tuttavia, dopo questi primi avvisi, solo una parte delle zone coinvolte hanno provveduto a mettersi in regola. Sei, invece, sono rimaste al di fuori dei parametri consentiti dalla legge per ciò che riguarda i livelli di arsenico e fluoruro.
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Quali sono le zone interessate
Ad essere interessate dal fenomeno sopra descritto sarebbero, di fatto, sei zone italiane situate nel Lazio, nella provincia di Viterbo. In particolare: Bagnoregio, Civitella d’Agliano, Fabrica di Roma, Farnese, Ronciglione e Tuscania. “È triste riscontrare che in sei comuni non siano riusciti a eliminare l’arsenico” ha dichiarato Luca Lucentini, direttore del Reparto qualità dell’acqua e salute dell’Istituto superiore di sanità.
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Alla base, stando a quanto spiegato da Lucentini stesso, ci sarebbero dei problemi perlopiù burocratici e amministrativi. “Speriamo che il provvedimento della Commissione sia dirimente per superare in modo definitivo queste criticità” ha aggiunto subito dopo. Nel frattempo, l’Italia ha già cercato di mettere in atto alcuni provvedimenti per vietare o limitare l’approvvigionamento idrico nelle zone interessate. Misure che sono state accolte con favore dalla Commissione Europea, ma che non sono sufficiente per considerare tali zone fuori da ogni rischio.