I racconti della nonna: sai che cos’è la ‘schiscetta’? Ecco come è nato il simbolo del pranzo in ufficio milanese. Una storia davvero incredibile!
Chi di voi non ha mai sentito pronunciare la parola ‘schiscetta’? Questo termine dialettale originario di Milano e della Lombardia è diventato, in realtà, nel corso del tempo un’espressione di uso comune in tutte le regioni d’Italia.
Chi, infatti, al giorno d’oggi non si è mai portato la ‘schiscetta’ a lavoro? Insomma, per coloro i quali non lo avessero ancora capito la ‘schiscetta’ non è altro che il pranzo al sacco. Ma come è nato esattamente questo termine? Quale l’origine del simbolo del pranzo in ufficio milanese? Scopriamolo subito.
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Come abbiamo anticipato fin dall’inizio del nostro articolo, la parola ‘schiscetta’ proviene da un’espressione dialettale milanese, utilizzata in origine per indicare il contenitore per il trasporto ed il consumo del cibo, soprattutto da parte di operai e studenti. Un sinonimo quindi di ‘gavetta’, ‘marmitta’ o ‘portavivande’, entrato presto nel linguaggio comune di tutto il Nord Italia con qualche piccola variazione. In particolare, il termine ‘schiscetta’ deriverebbe dal verbo ‘schiscià’, vale a dire ‘schiacciare’ in milanese, proprio perché il cibo per poter essere perfettamente contenuto al suo interno veniva un po’ schiacciato. Per sapere, però, quando e come è nato questo iconico oggetto dobbiamo tornare indietro nel tempo, nella Milano degli anni Cinquanta del 900.
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La ‘schiscetta’ è oggi diventata il simbolo indiscusso del pranzo in ufficio o, più in generale, fuori casa. Portarsi dietro la ‘schiscetta’ vuol dire, infatti, portare con sé un frutto, un panino, uno yogurt, del cibo da riscaldare o qualsiasi altra pietanza si desideri. Ad ogni modo, per chi non lo sapesse, questo oggetto oggi comunemente realizzato in plastica era fatto in origine con materiali termici, adatti a trattenere il calore delle vivande.
Secondo la leggenda, la ‘schiscetta’ sarebbe nata dall’ingegno di un milanese che un giorno a causa di una brusca frenata del tram fece cadere il pranzo che stava portando con sé a lavoro. Da lì la necessità di avere un contenitore con chiusura ermetica in cui riporre il cibo d’asporto. La soluzione vera e propria arrivò, così, nel 1952 ad opera di Renato Caimi, il quale rese famoso un oggetto destinato a diventare non soltanto il simbolo del pranzo in ufficio, ma anche di impegno e creatività.
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