“Piscine piene di batteri” e una brutta scoperta sul cibo: sono stati chiusi questi parchi acquatici. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
È di pochissimi giorni fa la notizia che ha fatto il giro del web e non solo riguardante una serie di note piscine italiane all’interno di altrettanti famosi parchi acquatici in cui sono stati trovati dei batteri potenzialmente pericolosi per l’uomo ed un’altra brutta scoperta sul cibo.
Ma facciamo subito un passo indietro e cerchiamo di capire meglio che cosa è successo, dove e perché. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo. Fate, quindi, molta attenzione se avete frequentato una di queste strutture.
Quest’estate il Ministero della Salute in collaborazione con i Nas ha indetto una vera e propria capillare campagna all’interno di diversi parchi acquatici italiani al fine di controllare la qualità dei servizi offerti per tutelare al meglio la salute dei consumatori e degli utenti. Purtroppo, però, non tutte le piscine prese in esame hanno superato i test effettuati. Al contrario, alcune di esse hanno dato dei risultati davvero pessimi, portando alla luce l’esistenza di strutture abusive, acque contaminate e la presenza di batteri fecali nelle vasche per i bagnanti.
Tra luglio e agosto, di fatto, le autorità competenti hanno analizzato la bellezza di 288 parchi acquatici e, nello specifico, fra questi 83 si sono rivelati del tutto irregolari, facendo scattare delle conseguenti sanzioni per la somma complessiva di 40 mila euro. Ma non finisce qua, perché in 4 strutture delle province di Messina, Viterbo e Latina i controlli hanno evidenziato cariche batteriche nell’acqua pericolose per la salute umana. 3, invece, sarebbero le piscine abusive chiuse nelle province di Napoli, Reggio Calabria e Bari. Inoltre, molte di queste attività hanno anche violato diverse condizioni lavorative e le norme anti Covid. La lista delle note negative potrebbe, però, continuare. Vediamo infatti che cosa è stato scoperto a proposito del cibo venduto all’interno di queste attività.
Come abbiamo appena detto, le scoperte fatte sulla qualità dell’acqua e sulla irregolarità degli impianti non sono state le uniche notizie sconvolgenti. A tal proposito, è emerso anche un brutto retroscena sul conto del cibo. Riuscite ad immaginare di che cosa stiamo parlando? Ebbene, nei punti di ristoro interni alle strutture sopra citate sono stati sequestrati anche 250 chili di alimenti scaduti, destinati alla somministrazione dei clienti e privi fra l’altro di qualunque tipo di tracciabilità. Insomma, le evidenti carenze igieniche emerse sui controlli dell’acqua hanno riflettuto anche una scarsissima qualità nel cibo. Una scoperta a dir poco sconvolgente che ha lasciato i consumatori e gli utenti dei suddetti parchi acquatici letteralmente senza parole. Fate, quindi, molta attenzione o potrebbero essere guai.
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