Tra i detti e modi di dire più antichi e iconici spicca di certo “fare la scarpetta”: ma sapete perché si dice così? Cerchiamo di scoprirlo!
Avevamo parlato del “morso della crianza” un po’ di tempo fa e dell’affascinante origine di questo modo di dire tramandato di generazione in generazione. C’è però un altro detto molto comune, tanto da essere entrato a far parte della nostra quotidianità dovunque ci troviamo. Tutti l’abbiamo fatto, anche sa va “contro” il Galateo: ma perché diciamo “fare la scarpetta”?
Parliamo di quando usiamo il pane per raccogliere il sugo e il cibo rimasto nel piatto, in quello che è forse il boccone più saporito di tutta la pietanza. E, a proposito di pane, sapete che anche quello secco può rivelarsi davvero utilissimo e delizioso? No, non per fare le polpette o il polpettone, ma per dar vita ad una stuzzicheria davvero irresistibile e pronta in un lampo: vi farà perdere la testa!
Andiamo ora a fare chiarezza su un modo di dire che fa parte della nostra lingua e che sicuramente abbiamo sentito o usato diverse volte. Stiamo parlando della famosa “scarpetta” che ci permette di raccogliere dal fondo del piatto sugo, salsa e vari per gustare un ultimo boccone insuperabile della nostra pietanza.
Perché diciamo “fare la scarpetta”: cosa si nasconde dietro a questo modo di dire
Sebbene sia un detto tipico del meridione, possiamo dire che oggi in tutta Italia si usa questo modo di dire che è entrato a far parte della lingua collettiva. Oltre che un modo di dire, si potrebbe affermare che è un vero e proprio gesto tipico che spesso facciamo a tavola, nonostante il Galateo imponga il contrario. Ma da dove nasce questa usanza? Cerchiamo di scoprirlo!
Una prima teoria sembra riferirsi al fatto che il tozzo di pane usato per raccogliere il cibo dal piatto rassomigli ad una scarpa e per questo motivo al gesto è stato associato questo termine. Altri, invece, ritengono che ci si riferisca al “trascinare” gli ingredienti come fanno appunto le scarpe mentre camminiamo, portando con noi terreno, pietruzze e vari.
Un’altra corrente di pensiero vede la soluzione in un termine simile poi modificatosi con tempo, ovvero “scarsetto”, per l’appunto un tozzo di pane, con cui si accompagnava il poco cibo presente nel piatto. Tutte idee affascinanti, non c’è davvero che dire. E, del resto, seppur vietata dal galateo, la scarpetta resta un trionfo di gusto e sapori a tavola a cui davvero non vogliamo rinunciare! E voi, avreste mai immaginato che fossero queste le possibili origini di questo modo di dire? La gastronomia è davvero ricca di sorprese, non siete d’accordo?